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Aiuto, mio figlio non si stacca dalla consolle!

  • Immagine del redattore: Barbara Riccioni
    Barbara Riccioni
  • 29 gen 2021
  • Tempo di lettura: 4 min

Alzi la mano chi tra noi non ha meditato almeno una volta qualche piano malvagio per polverizzare la consolle di suo figlio.. PUFF.. sparita in un attimo, più nessun litigio, nessuna occasione di distrazione, di estraneazione, di spese megagalattiche per giochini o V-bucks.. e più tempo ai compiti, alle conversazioni, alle passeggiate all’aria aperta..


Sappiamo tutti che in ogni caso questo non sarebbe comunque un quadro realistico di una situazione post-consolle. Pensiamo davvero di poter vietare o impedire a lungo ai nostri figli di videogiocare? Di tenerli lontani da quel mondo che li sta inglobando e che sta sempre più diventando per loro occasione di interconnessione e socialità?


Incontrarsi su Fortnite oggi equivale ad incontrarsi al Bar 20 anni fa. Solo che i nostri figli lo fanno stando comodamente seduti a casa, al caldo, e magari con un avatar travestito da guerriero a rappresentarli.


E allora, per tirarti su il morale voglio condividere con te alcune delle qualità che, a detta di molti Gamer (e non solo), sembrano essere potenziate con l’uso dei videogiochi.



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Secondo molti ricercatori essere un gamer porta con sé una serie di benefici non indifferenti, ecco le 8 cose che i giocatori fanno meglio dei non-giocatori:


1- MAGGIORE CONNESSIONE

Che i giocatori siano “ben connessi” è un dato di fatto, tra liste di amici sterminate e community affiatate in cui gli utenti scambiano idee e opinioni sui loro titoli preferiti. Ma la “connessione” a cui ci riferiamo è un’altra: degli scienziati cinesi hanno scansionato sia i cervelli di alcuni videogiocatori accaniti che di non giocatori: confrontando i risultati hanno riscontrato che le varie aree del cervello dei gamer sono meglio connesse tra loro e lavorano in maggiore sintonia. A lavorare meglio è l’emisfero responsabile della logica e del pensiero analitico.


2- MAGGIORE CAPACITA’ DI CONCENTRAZIONE

Videogiocando si allena decisamente la propria capacità di concentrazione, nei videogiochi infatti la capacità di concentrazione richiesta è massima ed è molto facile per i nostri figli concentrarsi qui piuttosto che su un libro. Questo avviene perché, nei videogiochi il livello di difficoltà è proporzionato al livello di abilità di chi sta giocando e questo permette al videogiocatore di entrare nel FLOW, ossia in quel flusso di totale di coinvolgimento e concentrazione che non prevede distrazione. Inoltre, una volta passato il livello, quello successivo non richiede molte più abilità, ma è solo un po’ più veloce e difficile rispetto a quello precedente. Se il salto tra un livello e quello successivo fosse troppo alto la persona smetterebbe di giocare. Cosa ci fa capire questo? Che anche quando proponiamo ai nostri figli qualcosa da imparare o fare, affinché questo possa essere stimolante deve essere sempre proporzionale alle loro capacità, pena lo scoraggiamento e l’evitamento della situazione. Inoltre, durante un videogioco, non c’è proprio tempo di pensare ad altro: se ti distrai un secondo perdi un sacco di punti o addirittura una vita.


3- MAGGIORE CAPACITA’ DI PROBLEM SOLVING

Videogiocando (soprattutto con i giochi di azione) i nostri ragazzi sviluppano e allenano una sempre crescente capacità di trovare soluzioni in breve tempo per non perdere punti o vite e di elaborare nuove strategie di vittoria in situazioni sempre diverse e difficili.



4- MIGLIORI RIFLESSI

Questo è un fatto già noto a tanti giocatori, ma fa sempre piacere ricevere una conferma scientifica, in questo caso frutto delle ricerche dell’università di Seakin, in Australia. Ad essere effettivamente migliore è la cosiddetta coordinazione occhio-mano, molto più sviluppata, ad esempio, in bambini già esperti di videogiochi, rispetto ad individui cresciuti ma che non hanno mai sfiorato un controller. Insomma, se tuo figlio è un maestro nell’afferrare al volo una palla o un vaso che cade, ora sapete il perché.


5- MIGLIORE REATTIVITA’

Ogni gamer ha a che fare con decisioni cruciali in ogni fase del gioco. Che si tratti di una possibile tattica o di una scelta multipla con effetti sul medio e lungo termine, i giocatori le compiono con più velocità. I ricercatori dell’Università di Rochester hanno riscontrato che i giocatori stanno piano piano sviluppando una sensibilità sempre maggiore agli eventi che accadono intorno a loro. E questo vale anche e soprattutto nella vita di tutti i giorni: dal guidare (ovviamente per i più piccoli non si tratta di una macchina ma pensiamo alla capacità di andare in bici o sullo skate evitando velocemente piccoli ostacoli), la capacità di orientarsi in aree sconosciute, tenere d’occhio un amico in mezzo a tante persone, azioni in cui i gamer eccellono.



6- AUMENTANO LA SOGLIA DI RESISTENZA AL DOLORE

Forse è un po’ esagerata come affermazione. Il fatto curioso è che giocando riescono a distrarsi dal dolore. Lo studio è dell’American Pain Society ed ha dimostrato che la realtà virtuale e i videogiochi hanno aiutato alcuni pazienti sortendo un effetto simile a quello degli antidolorifici. Meglio farsi una partita a Fortnite piuttosto che imbottirsi di medicine?



7- MIGLIORE ATTENZIONE AI DETTAGLI


Una frase che qualsiasi gamer si è sentito dire almeno una volta in vita sua è: “Guarda che poi ti peggiora la vista, smettila di giocare”. Per alcuni scienziati della New York University è l’esatto contrario: già nel 2007 emerse che 30 ore passate su uno sparatutto in prima persona migliorano visibilmente la risoluzione spaziale, al punto da portare le cavie dell’esperimento a distinguere nitidamente piccoli oggetti posti a distanza ravvicinata tra loro. Secondo un altro studio i gamer sono in grado di percepire il 50% di differenze minime in più (tra due elementi a confronto) rispetto ai non-gamer.



8- MAGGIORE CREATIVITA’

Gli scienziati della Michigan State University hanno studiato gruppi di bambini e adolescenti, abituati a utilizzare smartphone e tablet, soffermandosi su un aspetto specifico: la creatività. Il gruppo più creativo era quello composto da videogiocatori che risultavano essere già abilissimi nell’ inventare storie. Perché? Perché attraverso i videogiochi riescono a vivere quotidianamente una serie infinita di avventure che nella realtà difficilmente riuscirebbero ad immaginare.



Un uso moderato dei videogiochi, quindi, non mina affatto l’intelligenza o la capacità di relazionarsi con il mondo e con gli altri come invece è credenza comune. Gestire l’utilizzo dei videogiochi con moderazione adesso è compito nostro: come al solito la risposta giusta non sta nel vietare o nel lasciare libero sfogo al loro desiderio di gioco, ma saper stabilire le giuste regole e incentivare le buone abitudini…


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